(Regione Siciliana)
Bandiera armeggiata riproducente lo stemma, adottata ufficialmente dalla legge regionale del 4 gennaio 2000, n. 1 su proposta dell'allora presidente dell'A.R.S. (Assemblea Regionale Siciliana) Nicola Cristaldi, e viene esposta in tutti gli edifici pubblici isolani: “Art. 1. La bandiera della Regione è formata da un drappo di forma rettangolare che al centro riproduce lo stemma della Regione siciliana, raffigurante la Triscele color carnato con il gorgoneion e le spighe, come individuato all'articolo 2 della legge regionale 28 luglio 1990, n. 12. Lo stemma ha dimensioni pari a tre quinti dell'altezza della bandiera. Il drappo ha gli stessi colori dello stemma: rosso aranciato e giallo, disposti nel medesimo modo. Art. 3. All'innesto del puntale sull'asta della bandiera è annodato un nastro con i colori della bandiera della Repubblica”.
Il 3 aprile 1282 a seguito della rivoluzione del vespro, le città di Palermo e Corleone stipularono un "atto di confederazione" con rogito del notaio Benedetto, un accordo solenne sottoscritto da 29 rappresentanti delle due città per combattere gli Angioini. L'atto di confederazione, tra le altre cose, istituisce la bandiera dei vespri: giallo, il colore dell'indipendenza, per Corleone; rosso, il colore della rivoluzione, per Palermo. La Triscele, comunemente chiamata anche Trinacria, è lo storico simbolo della Sicilia. Si tratta della raffigurazione di un essere con tre gambe (dal greco τρισκελής = triskéles). Detta anche Triquetra, è un simbolo di origine indo-aria, e ha una storia articolata e complessa; "(...) Ma volendo rintracciare il significato di quel simbolo nelle antiche religioni, non sarà difficile il comprendere come la triquetra, inventata in un certo paese, abbia potuto penetrare in tante regioni. E quì sulle traccie del dottissimo Holm esporremo come il Chiarissimo Movers abbia trovato nella triquetra una rappresentazione del Sole, mentre il Duca di Luynes vi vede quella della Luna. Il primo si fonda sopra il monumento numidico colla iscrizione fenicia dedicata a Baal Chaman che è il Dio del sole. Era dunque naturale che si rappresentasse sulla stessa pietra questa divinità; e l'anno solare essendo anticamente diviso in tre, non in quattro stagioni, si poteva dare all'immagine del Sole tre gambe. L'illustre archeologo francese al contrario trova che alla Luna conviene ottimamente il numero tre, e ricorda a questo proposito che il numero tre fu specialmente sacro alla Dea Ecate, che è la personificazione della Luna. Difatto questa divinità era rappresentata con tre teste, e si venerava principalmente nei trivii. (...). «Se in questo modo, così prosegue l'illustre Holm, il numero tre si spiega, anche le gambe stesse trovano una buona spiegazione. lndicano la velocità del movimento, la perpetua rotazione della luna al cielo, e questa interpretazione conserva la sua forza, quando al luogo della Luna mettiamo, come vuole Movers, il Sole. (…) Finalmente, se la triquetra significa la Luna, fu un'idea molto felice di mettere nel centro delle gambe la faccia umana, che qualche volta è una vera faccia di Gorgo, poichè si sa che la testa di Gorgo fu anticamente una rappresentazione della luna piena, alla quale si attribuiva un'influenza soprannaturale». L'altro simbolo della bandiera intersecato con la triscele è il gorgoneion, ovvero la testa della Gòrgone (comunemente chiamata Medusa), i cui capelli erano serpenti. Altra versione della testa è quella di una donna dalla quale spuntano delle ali che simboleggiano il trascorrere del tempo, contornata da serpenti per indicare la saggezza. Ai serpenti furono poi aggiunte le spighe di grano dai Romani, sia come simbolo di fertilità sia perché la Sicilia infatti fu la prima provincia e "granaio" di Roma. "Ed è certo che nell'isola si ebbe una predilezione speciale per il simbolo della triquetra verso la fine del quarto secolo avanti Gesù Cristo, e d'altra parte è assai probabile che vi sia stato introdotto all'epoca di Dione o di Timoleone, poichè le monete che ànno la triqueta appartengono a questi due capitani, i quali venuti dalla Grecia liberarono Siracusa. (...)".
Addirittura <esportato>, il simbolo della Trinacria si trova nell'Isola di Man, portativi, secondo una leggenda locale, dai Normanni che venivano dalla Sicilia nei secoli X-XI, che sostituirono con la Trinacria l'antico simbolo dell'isola irlandese, che sotto i re scandinavi era costituito da un vascello. Proporzioni 2:3.
1.
Bandiera nazionale decretata il 28-29 marzo 1848 dalle Camere dei Comuni e dei Pari della Sicilia, proclamatasi indipendente durante i moti, particolarmente aspri, che portarono alla cacciata delle truppe borboniche. Il governo dello Stato di Sicilia deliberò del tricolore italiano arricchito della triscele: «Il Parlamento decreta: che da qui innanzi lo stemma della Sicilia sia il segno della Trinacria senza leggenda di sorta». Tutto ebbe fine il 15 maggio 1849 con la riconquista di Palermo da parte dei Borbone.
2.
La Sicilia, prima regione italiana ad ottenere uno statuto di speciale autonomia, è stata l'ultima a dotarsi di stemma e gonfalone (il 28 luglio 1990, su proposta del parlamentare regionale e storico Giuseppe Tricoli). La bandiera predisposta nel 1995 aveva al centro uno stemma ricalcante il modello definito da una proposta di legge del 1982 (poi decaduta), inquartato con le armi normanna (1°) e sveva (2°) della Sicilia, la triquetra (3°) e l'arma aragonese (4°). Esso è simile ma non uguale a quello che compare sul gonfalone adottato nel 1990 differenziandosi solo per l'ultimo quarto (Sicilia aragonese con pali e aquile anziché Aragona con i soli pali). Tale bandiera, ancorché usata dalle istituzioni, non ebbe grande seguito e fu definitivamente sostituita.
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