NAPOLI

> (ITALIA)

1.

  • 1738-1815: Regno di Sicilia Citeriore [Regno di Napoli] (Regnum Siciliae citra Pharum)

Bandiera di stato, mercantile e da guerra introdotta presumibilmente nel 1738; fino al 1816 fu anche bandiera reale. Era la bandiera bianca dei Borbone con lo stemma della casata, di fattura assai complessa. Tralasciando le partiture, si individuano le armi, spesso ripetute, di Farnese, d'Austria, di Borgogna antica e moderna, del Portogallo, di Castiglia e di Leon, di Granada, di Fiandra, d'Angiò antico e moderno, d'Aragona e di Sicilia, del Brabante, del Tirolo, di Gerusalemme e dei Medici. Collari di vari Ordini, aggiuntisi nel tempo, ornavano lo scudo. In origine c'erano solo il collare del Toson d'Oro (in basso al centro), quello di San Gennaro (al centro sopra il Toson d'Oro), quello Costantiniano di San Giorgio (a sinistra) e di San Ferdinando (a destra).

b. stato 1738-1759
b. stato 1738-1759
b. stato 1759-1815
b. stato 1759-1815

2.

  • 1799: Repubblica Napolitana [Repubblica Partenopea]

Bandiera d'impiego generale adottata il 3 febbraio 1799 dal governo provvisorio della Repubblica proclamata il 22 gennaio precedente dai patriotti napoletani. Ben presto fu tragicamente cancellata e il 23 giugno dello stesso anno la bandiera scomparve. Il vessillo repubblicano fu direttamente ispirato al tricolore francese, dove però invece che il celebre blu, bianco e rosso che si vuole sia la combinazione dei colori dello stemma di Parigi con il colore reale dei Borbone, al bianco si sostituisce l'oro (colore dello stemma di Napoli) e al blu il turchino. Proporzioni 2:3.

Repubblica Napolitana

3.

  • 1806-1808: Regno di Sicilia Citeriore [Regno di Napoli] (Regnum Siciliae citra Pharum)

Le prima bandiera napoleonica fu adottata quando Giuseppe Bonaparte divenne re di Napoli (30 marzo 1806), riprendendo il tricolore della Repubblica Romana sorta in età rivoluzionaria e caduta poi nel 1799. Giuseppe Bonaparte frequentò spesso Roma durante la rivoluzione come ambasciatore della prima repubblica francese, potendo assistere poi anche alla fine dell'esperienza rivoluzionaria, quando le truppe borboniche si spinsero fino a Roma per reinsediare il governo pontificio. Quando però Napoleone tornò ad occupare Napoli, inviando nel Mezzogiorno le truppe francesi al comando di Laurent de Gouvion-Saint Cyr, conquistato il Napoletano, nominò suo fratello Giuseppe Bonaparte re di Napoli. Il nuovo re di Napoli, per connotare l'identità italiana del Mezzogiorno, adottò come vessillo del suo regno gli antichi simboli della rivoluzione romana. Il tricolore romano era costruito sul modello di quello francese: le bande però erano orizzontali e al blu fu sostituito il nero, colore del drago capitolino, simbolo del potere laico restaurato che avrebbe dovuto governare su Roma e sull'antica teocrazia pontificia. 


4.

  • 1808-1811: Regno di Sicilia Citeriore [Regno di Napoli] (Regnum Siciliae citra Pharum)

Con l'arrivo sul trono napoletano di Gioacchino Murat (1° agosto 1808), dopo la partenza di Giuseppe Bonaparte per la Spagna, i colori della rivoluzione romana furono disposti in modo tale da rappresentare, nella bandiera, una sorta di losanga, secondo la consuetudine dei rivoluzionari italiani ai tempi di Napoleone. La bandiera conteneva anche il nuovo stemma delle Due Sicilie (prima rappresentazione come entità storico-geografica), nel piccolo sigillo nel modello della legge del 1° dicembre 1806: lo stemma di Francia, ornato dalla corona Imperiale; lo stemma del Regno di Napoli, composta di cornucopia d’oro (Terra di Lavoro), e del delfino d’argento (Otranto) sopra un campo d’azzurro e dello stemma del Regno di Sicilia, la Trinacria d’argento in campo d’oro. La bandiera è spesso riportata ma, a differenza dei corrispondenti vessilli militari, non si conoscono documentazioni certe della sua esistenza.

Napoli

5.

  • 1811-1815: Regno di Sicilia Citeriore [Regno di Napoli] (Regnum Siciliae citra Pharum)

La bandiera adottata il 15 febbraio 1811, rappresentava le piccole armi del nuovo stato in un vessillo a sfondo azzurro circondato da una cornice rettangolare scaccata di rosso e bianco. Lo stemma unisce all'aquila d'oro, simbolo dell'Impero Francese, il cavallo nero su sfondo dorato come emblema di Napoli e il triscele per rappresentare la Sicilia. La corona all'apice dello stemma rappresenta il titolo regale di Murat ottenuto secondo lo statuto di Baiona, mentre lo sfondo riprendeva i colori degli Altavilla, re di Sicilia e detentori della legazia pontificia in Sicilia, e quindi del potere religioso, oltre che di quello politico e militare. Per la prima volta l'unione formale, rivendicata da Murat, delle corone di Sicilia e Napoli era rappresentata in una bandiera. All’epoca della cattura e della fucilazione del Murat (13 ottobre 1815) la bandiera era già scomparsa il 22 maggio 1815. Dopo la Restaurazione, con il ritorno dei Borbone sul trono di Napoli, i due Regni di Napoli e di Sicilia l'8 dicembre 1816 furono uniti in un'unica entità statuale, il Regno delle Due Sicilie.

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